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FIRE è un movimento che ti vuole rendere finanziariamente indipendente per poi mandarti in pensione subito

Harry e Meghan annunciano di voler diventare finanziariamente indipendenti. Penso “Caspita, che mossa politica”. La decisione dei due reali comporta in effetti conseguenze istituzionali e il loro desiderio di diventare “finanziariamente indipendenti” significa proprio quello che pensiamo: sostenersi lavorando (che é proibito ai sangue blu) e non percepire più la loro porzione del gruzzolo di circa 96 milioni di euro che ricevono—milione più, milione meno—ogni anno i membri della famiglia reale.

Avevo frainteso la mossa dei nobili Sussex: l’espressione “financially independent” o economicamente liberi è arrivata a descrivere negli ultimi anni anche lo statuto (o l’ambizione a raggiungerlo) di una nuova generazione di lavoratori che aspira a guadagnare abbastanza per andare in pensione in età anticipatissima (max 45 anni) e vivere di rendita il resto della propria esistenza.

Nel caso di Harry e Meghan questo sembra già possibile: tra eredità e fondi vari pare che lui sieda su un patrimonio di 40 milioni di sterline, lei 5. Per chi non può contare su risorse simili, la soluzione rimane solo una. Lavorare.

Il movimento FIRE (Financial Independence, Retire Early) conta seguaci soprattutto in Canada e Stati Uniti e, con mutazioni più o meno truffaldine, anche controparti italiane. Vivere senza lavorare è un sogno che esiste da sempre, ma lo è ancora di più da quando la regolamentazione del nostro tempo e capitale è andata affinandosi. E più i sistemi per misurare tempo e denaro diventano sofisticati, più realistica diventa la speranza (o la presunzione) di prevedere il futuro.

Non è difficile identificare la categoria che può aspirare a guadagnare uno o due milioni di euro all’inizio della propria carriera: professionisti dell’informatica o finanza, perlopiù uomini, millennial tra i venti o quarant’anni, che svolgono professioni iper-specializzate, a volte con alti gradi di responsabilità, sempre pagati più di centomila euro all’anno. Dopo dieci, massimo quindici anni di lavoro, i casi esemplari del “movimento” si ritirano dai propri impieghi con la prospettiva di mantenersi col denaro raccolto fino a quel momento.